A ottobre 2018, dopo aver visto il film “The true Cost”, che consiglio a tutti, e letto libri come “Siete pazzi ad indossarlo”, non ho potuto fare a meno di prendere una posizione a proposito del mondo della moda, in cui sono nata e cresciuta e che è cambiato così drasticamente e repentinamente negli ultimi anni.
Vestire etico e sostenibile non significa affatto andare in giro abbigliati senza un briciolo di gusto anzi: significa acquistare meno e meglio e soprattutto farsi domande riguardo a quello che ci mettiamo addosso.
Ogni volta che trovo una risposta a queste domande, la pubblico nel mio diario sostenibile e quando trovo dei brand, spesso piccoli e poco conosciuti, che lavorano bene, sono felice di farveli conoscere.
Io sono fermamente convinta che qualcosa possa cambiare, se cambiamo noi per primi la nostra percezione della moda e il nostro approccio ad essa, e se lo insegniamo, con il nostro esempio ai nostri figli.
Ecco il perchè della mia svolta etica. Come avete visto, io non nasco come fashion blogger di moda sostenibile, ma lo sto diventando, un po’ alla volta, informandomi, cercando, facendo domande a tutti, alle aziende soprattutto, e condividendo con voi le mie scoperte e le risposte che ottengo.