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Allattamento al seno: come ci sono riuscita

Niente moda in questo post, per una volta concedetemelo. Voglio scrivere questo articolo per raccontarvi una parte molto personale della mia avventura con la mia seconda bimba, Anita. Perché lo faccio? Perchè forse, leggendo questo post, altre mamme o future mamme potrebbero riuscire ad allattare, potrebbero decidere di non gettare la spugna. Se ce l’ho fatta io può farcela chiunque. Davvero.

Allattamento: come ci sono riuscita
La mia Anita, allattata al seno… da me!

Allattamento al seno, come ci sono riuscita: vi racconto una storia

C’era una volta una mamma che non vedeva l’ora di partorire e di allattare al seno la sua bambina. Aveva fatto un bellissimo corso pre parto dove le avevano spiegato quanto importante fosse allattare. Le cose però non erano andate come le sarebbe piaciuto: il parto era stato più difficile del previsto e il recupero molto lungo. In più, i suoi capezzoli si sono rivelati estremamente delicati, si era riempita di ragadi, la sua bimba cresceva pochissimo, rigurgitava latte e sangue e piangeva sempre perchè aveva fame.

Questa mamma aveva chiesto aiuto a chi le era vicino, amiche, parenti, aveva contattato anche la Lega del latte, ma non aveva ricevuto supporto, anzi, si era sentita ancora più sola. Dopo nove giorni di incubo, una notte, durante l’ennesima crisi di pianto inconsolabile della piccola, si è decisa a darle l’aggiunta. Mentre la bimba beveva dal biberon, lei piangeva tutte le sue lacrime, sentendosi una madre inetta e incapace. 

A complicare le cose, tutte le sue compagne del corso pre parto avevano allattato, nonostante la fatica, nonostante il dolore. Lei era l’unica a non esserci riuscita e questo la faceva sentire giudicata, la faceva sentire ancora di più una madre di serie B. Le cose sono migliorate solo quando la sua pediatra, durante il primo bilancio, mentre lei cercava di non piangere quando alla domanda “Allattamento?” rispondeva “Artificiale”, le aveva detto: “Il latte si può sostituire, la serenità di una mamma no.” 

Con il tempo, la sensazione di inettitudine era passata del tutto: la sua bambina cresceva, era sana, mangiava di tutto, dormiva bene, non aveva nessun problema. Aveva cominciato a sentirsi una buona mamma, per quanto una mamma possa mai sentirsi veramente “buona”! Insomma, credeva di aver superato il trauma causato dal non essere riuscita ad allattare e dal dolore terribile dell’allattamento. E invece.

Allattamento al seno, come ci sono riuscita: la svolta

Invece no. Non c’ero riuscita proprio per nulla. Quella mamma, come avrete capito, ero io. Non mi dilungherò sui dettagli, vi dico solo che, quando ho cominciato a produrre colostro durante la mia seconda gravidanza, mi è venuto da piangere: avevo paura di allattare. Ne avevo proprio il terrore, al punto da dire ad Andrea: “Col cavolo che rifaccio quel calvario, stavolta mi prendo le pastiglie e ciao!”. Io però sono una persona molto razionale e, tornata lucida, mi sono detta: “Non è possibile che io abbia il terrore di attaccare al seno una bambina che non è ancora nata… c’è qualcosa che non va. Non l’ho superata, non l’ho superata per niente.”

Allora ne ho parlato con un’amica, Caterina, ostetrica, che mi ha aiutato a vedere le cose da un’altra prospettiva: “Non pensare in modo negativo al tuo allattamento: la tua bimba è cresciuta bene, sana, non ha preso il ciuccio, non succhia il dito, mangia di tutto. Quindi alla fine è andato tutto bene. Questa è un’altra gravidanza: potrebbe andare diversamente. Prova a farti affiancare da una professionista.”

Allattamento al seno, come ci sono riuscita: la soluzione

Al che, ne ho parlato con mia cognata Elisabetta, che non era riuscita ad allattare la sua prima figlia, ma ce l’aveva fatta con il secondo bimbo, e lei mi ha detto: “Angie, non mollare prima di cominciare: a Padova, in Clinica, c’è un ambulatorio allattamento, lo gestisce Cristina Panizza. E’ un’ostetrica specializzata in allattamento. Cercala su Facebook. Lei può aiutarti.”
E lo ha fatto. Cristina lo sa, perchè gliel’ho detto più di una volta: se non fosse stato per lei, io avrei preso le pastiglie e mi sarei tolta il latte. Se sto allattando Anita, lo devo solo ed unicamente a lei. 

L’ho contattata sul suo profilo Facebook ancora in 30 settimane e ha voluto vedermi di persona, vedere il mio seno e sentire la mia storia. Gliel’ho raccontata. E sapete una cosa? Non mi ha giudicata, non mi ha fatta sentire una mamma di serie B. Mi ha semplicemente detto: “Ho visto seni peggiori del tuo allattare. Avresti solo avuto bisogno di essere accompagnata e saresti riuscita ad allattare anche la tua prima figlia.”

Allattamento al seno, come ci sono riuscita: una professionista al mio fianco

E lei mi ha accompagnato. Grazie alla sua esperienza (trent’anni di attività di ostetrica in sala parto, la specializzazione in allattamento e poi due anni fa l’apertura di questo benedetto ambulatorio) mi ha fatto adottare accorgimenti che mi avrebbero aiutato enormemente. Ma non si è limitata a questo. Mi ha ascoltata, mi ha fatto sentire che davvero ce l’avrei fatta. E sapete una cosa? Con lei accanto, io ero sicura di una cosa: non ero da sola. Potevo contare su una professionista che sapeva cosa era giusto fare. 

Ed è stato proprio così: è venuta da me in reparto quando ho partorito, mi ha spronata a non mollare anche quando, in ospedale, dopo la montata avevo un male da vedere le stelle. Mi ha aiutata ad attaccare Anita al seno… e, nonostante un po’ di aggiunta in ospedale, sono tornata a casa che allattavo esclusivamente al seno. Non potete capire la soddisfazione, non mi sembrava vero.

E non è finita qui: mi ha seguito anche per tutto il periodo delicato e difficile del post partum, chiedendomi sempre, prima di tutto: “Come stai tu?” Mi ha rassicurata sulla crescita di mia figlia, non ha mai lasciato che mi demoralizzassi. Mai. E ce l’ho fatta. Grazie a lei, grazie al suo supporto, alla sua professionalità e alla sua esperienza davvero impagabile. 

Allattamento al seno, come ci sono riuscita: passate parola

Ecco perché ho scritto questo post: perché sono convinta che ci siano tante altre mamme che hanno bisogno di essere guidate dopo il parto, che hanno bisogno di una persona esperta di cui potersi fidare (non la nonna, la suocera, l’amica: qui stiamo parlando di una professionista vera). E forse ci sono mamme che credono di non poter allattare, di non farcela… ma non è vero. Se ci sono riuscita io, ce la possono fare tutti: basta mettersi nelle mani della persona giusta.

Se decidete di partorire a Padova, in Clinica, sappiate che esiste l’ambulatorio allattamento, che è un servizio gratuito post degenza per i pazienti dell’Azienda Ospedaliera fino a 30 giorni dopo il parto (vi rendete conto? Una cosa così preziosa… ed è pure gratis!), trascorsi i quali si paga semplicemente il ticket (per quanto mi riguarda, soldi ben spesi) .

Questo post è un po’ il mio grazie per il lavoro inestimabile di Cristina, che meriterebbe di essere pubblicizzato con degli striscioni nelle stanze delle neomamme, non dovrebbe essere conosciuto per caso, com’è successo a me. Quindi ve lo chiedo davvero con il cuore, condividete questo post, fate in modo che più mamme possibile conoscano il suo lavoro, perchè potrebbero averne bisogno, potrebbero stare davvero meglio.

Per quanto riguarda me, posso dire solo una cosa: grazie Cristina. Se sto allattando Anita, è solo merito tuo!

8 risposte

  1. Mi ci calo dentro con tutte le scarpe! Gravidanza PERFETTA parto PERFETTO allattamento INESISTENTE…la cosa più difficile in assoluto che ricordo nell’essere IO diventata MAMMA.. sono passati 10 anni eppure a rileggerti mi è salito nuovamente quel senso di frustrazione/inadeguatezza
    che poi INDADEGUADEZZA DE CHE???…Non ho avuto altre gravidanze ma capisco perfettamente i timori con cui hai affrontato questa nuova avventura…ma appunto è NUOVA e le cose vanno in modo diverso BRAVA….e ancora tantissimi auguri e goditi questi momenti che si sa……ieri erano neonato e oggi son già grandi…

    Un abbraccio ❤

    Mary

    1. Ciao Mary, grazie per il tuo commento… Hai ragione, non dobbiamo perdere tempo a sentirci stupidamente inadeguate, ma dobbiamo goderci i nostri bimbi… Il tempo se ne vola via!

    1. Ciao! Grazie mille per il tuo commento e complimenti anche per il tuo articolo… ci vuole davvero tanta costanza e tenacia!

  2. Capisco perfettamente ogni tua parola e ogni tuo stato d’ animo passato…all’inizio ho avuto anche io molti ostacoli , mi sono sentita rifiutata e inadeguata a causa del mio flusso di suzione fortissimo, per fortuna sono riuscita a resistere e ad andare avanti con tenacia grazie sempre però all’ aiuto di una professionista e ora amica che non mi ha fatto perdere le speranze e mi ha insegnato varie tecniche…Ora Penelope ha 5 mesi e la allatto senza nessun problema. Non ci sono madri di serie B… comunque vada, madre serena, bambino sereno! Un abbraccio!

    1. Ciao Ilaria, per me la salvezza è stata affidarmi proprio ad una professionista. Se non ci fosse stata Cristina, avrei buttato via tutto! E comunque sì, la serenità della mamma è fondamentale…

  3. Bellissimo post! Purtroppo molto spesso alle mamme vengono dati consigli (non richiesti) da persone non professioniste. Per la mia prima figlia persino mio padre (idraulico, non pediatra ndr) ha voluto dire la sua e mio marito ogni pesata, visto che cresceva poco, gridava all’aggiunta. Poi fino ai 6 mesi sono riuscita ad allattare. Con la seconda figlia credevo di essere preparata e invece… ragadi e ben 3 mastiti in 3 mesi. Però a quasi 8 mesi sto ancora allattando 😊
    Per fortuna che ci sono i professionisti!

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