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Tessuti e dintorni: come riconoscere quelli buoni e come trattarli

Ed eccoci arrivati anche questa settimana alla rubrica dedicata a voi! In tante mi avete chiesto se esiste un metodo affidabile per riconoscere i tessuti buoni ed evitare quindi di prendere cantonate in fase di acquisto, e se ho qualche dritta per lavaggio, asciugatura e affini. Con questo post (che, vi avviso, sarà lungo!) cercherò di rispondere alle vostre domande! Ecco di seguito, una per tutte, quella che mi ha fatto Iris su Facebook:

Tessuti e dintorni: come riconoscere quelli buoni e come trattarli

Tessuti e dintorni: come riconoscere quelli buoni e come trattarli

Dopo aver chiesto ai miei genitori (che sono nel settore da tutta la vita) ed essermi approfonditamente informata, devo darvi una notizia che non vi farà piacere: il modo migliore per riconoscere i tessuti è… l’esperienza! Purtroppo, solo toccando, ritoccando, provando e sentendo sulla pelle un determinato capo si arriva a distinguere una buona mano di cotone (e di lana etc.) da una meno buona. Ci sono però delle cose a cui è sempre bene fare attenzione.

1. la composizione del capo: le fibre sintetiche

In tutta sincerità, io non ho nulla contro il poliestere (dando per assodato il fatto che, anche qui, esattamente come per gli altri tessuti, ce ne sono di diversi tipi e qualità), ma bisogna fare pace con il fatto che è un tessuto sintetico, quindi non assorbe l’umidità e causa cattivi odori, soprattutto d’estate.  Come per tutte le fibre, il poliestere di qualità costa. Può essere economico, d’accordo, ma, in particolare per chi ha problemi di allergie, psoriasi etc. non è consigliabile.

2. la composizione del capo: le fibre naturali/organiche/bio

Se devo scegliere, preferisco sempre le fibre naturali (anche per i capi che consiglio a voi per lo shopping on line): cotone, viscosa, modal. Adesso stanno spopolando anche nuove fibre tessili come il bambù e la canapa. Sono ottime entrambe, sia perchè hanno un bassissimo impatto ambientale (che non guasta mai), sia perchè hanno un’ottima resa. Fate attenzione anche alle certificazioni relative al biologico: il fatto che la fibra sia biologica o organica deve essere verificato da strutture apposite con certificazioni come la OEKO-TEX standard 100 o la GOTS. Queste certificazioni non si limitano alla semplice fibra e al processo di tintura, ma controllano anche le condizioni di lavoro per gli operatori che lo trattano.

Tessuti e dintorni: come riconoscere quelli buoni e come trattarli
Disegnato da Freepik

3. la composizione del capo: le fibre invernali

Per quanto riguarda i tessuti più caldi, io evito sempre l’acrilico, a meno che non sia in piccolissima percentuale, proprio perchè è una fibra sintetica. Quanto alla lana, si potrebbe scrivere un’enciclopedia… Cercherò di essere sintetica: molto spesso la lana soffice è tale perchè trattata con siliconi che ne gonfiano le fibre. Nulla di male, ma ovviamente questo incide sulla qualità. E’ molto soffice, ma di lana c’è poco! Domandatevelo, se il prezzo del prodotto è molto basso.

Cachemire, mohair, alpaca etc: sono naturalmente più morbidi e hanno costi più elevati: se soffrite di allergie (ovviamente consultate prima il vostro dermatologo) la scelta di queste fibre può dare sollievo. Ultima fibra “calda” che ho tanto venduto in negozio: il caldo cotone, sostanzialmente quello dei calzini pesanti da uomo, per capirsi! E’ un cotone lavorato in modo da risultare più voluminoso e spesso, quindi più caldo… ma è cotone e tiene caldo!

Tessuti e dintorni: come riconoscere quelli buoni e come trattarli1
Disegnato da Freepik

Tessuti e dintorni: cosa sta meglio e a chi

Diciamo che qui la risposta è relativamente semplice: i tessuti morbidi come il jersey o il cotone elasticizzato, tendono a segnare, quindi attenzione a non indossarli sui vostri punti di debolezza (maglie che possono evidenziare eventuali rotondità, ad esempio). Viceversa, i tessuti più fermi tendono a contenere, quindi, acquistati nella taglia giusta (non devono stringere sennò non vi muovete più), sono perfetti se dovete mascherare qualcosa (i fianchi morbidi ad esempio o il lato B).

Regola generale: guardatevi bene quando provate un capo. Se vedete se fa le pieghe o che tira, o è troppo stretto (provate la misura in più) oppure non è il tessuto giusto (valutate un’alternativa in un materiale diverso). Per maglie e giacche, fate sempre la prova delle spalle: davanti allo specchio alzate le braccia all’altezza delle spalle, piegate i gomiti e incrociatele davanti: se tira troppo dietro, non va bene. Per i pantaloni e le gonne, fate la prova sedia: semplice, provate a sedervi. Dovete riuscirci senza soffocare!!!

Tessuti e dintorni, come riconoscere quelli buoni e come LAVARLI

LAvaggio

Il lavaggio molto spesso è la prova del nove per moltissimi capi. Finiscono in lavatrice… e finiscono la loro vita!!! Ora, posto che io ancora chiedo alla mia mamma se ho dubbi su qualche capo (come credo molte di voi… o no? Sono la sola???), io sono una che lava moltissimo a lavatrice e asciuga in asciugatrice, ma con le seguenti attenzioni.

Plastic detergent container on white background
Disegnato da Freepik

Premessa: io ho una Candy vecchissima di Andrea, ma ha sempre fatto bene il suo lavoro, quindi, finchè non mi molla, non cambio! So che mia madre però dice che le Miele sono le migliori in assoluto (la sua avrà vent’anni e non so quante migliaia di lavatrici all’attivo e funziona perfettamente): credo sia uno di quei casi in cui valga la pena fare l’investimento. 

1. uso quasi sempre il programma per misti e sintetici a temperature basse (massimo 30° o 40°). Piuttosto pretratto le macchie, ma preferisco sempre lavaggi più delicati che non rovinino le fibre.

2. candeggio solo ed esclusivamente il cotone bianco (con acqua tiepida e Ace) e solo in caso di macchie difficili e poi, dopo aver sciacquato con cura, lavo i capi in lavatrice con il programma misti e sintetici. Ecco il motivo per cui bavaglini e asciugamani dell’asilo, biancheria, tovaglioli e simili a casa nostra sono bianchi!

3. Lavo in lavatrice anche lana e seta, con il lavaggio a mano (quello che ha il simbolo di una manina in una bacinella) e centrifuga massimo a 400 giri.

4. lavo a mano solo le sete molto delicate o i pizzi da non strapazzare. In totale forse due capi in tutta la casa!!!!

5. biancheria, calze, collant, calzini, canotte con bordi in piazzo: sempre nel sacchetto da lavatrice, così elastici e pizzi non si rovinano.

6. uso smodato delle cartine acchiappacolore: io le metto ovunque, anche sul bianco (che va lavato rigorosamente SOLO con il bianco, non metteteci nemmeno una mutanda rosa baby: fa ingrigire tutto).

Tessuti e dintorni: come riconoscere quelli buoni e come trattarli-sacchetti
Sacchetti da lavatrice su Amazon a €9,99

Asciugatura

Premessa: quando ci siamo trasferiti, dopo lunga ricerca, abbiamo acquistato un’asciugatrice Bosch. Devo dire che mi trovo benissimo, è un marchio che vi consiglio.

1. anche per l’asciugatura, io uso il programma dei sintetici, anche per asciugare gli asciugamani! Dura appena un’ora e trentacinque minuti, e i capi escono perfettamente asciutti senza rovinarsi. Nota: l’asciugatura e il lavaggio fanno uscire i “problemi dei capi”. Ad esempio, se un capo è in cotone misto poliestere, 9 volte su 10 farà “i pallini”. Fate attenzione in fase di acquisto…

2. lane: l’unica cosa per cui sono un po’ scettica sull’asciugatura in lavatrice è la lana: se c’è un tempo infame per cui è impossibile stendere fuori, allora faccio un’asciugatura rapida per togliere il grosso dell’umido e poi stendo sullo stendino.

3. ATTENZIONE! i cotoni fermi, i popeline, quelli non elasticizzati o anche i tessuti tipo quelli dei divani Ikea, assolutamente NO in asciugatrice perchè calano!  In ogni caso, leggete sempre l’etichetta: se c’è scritto no asciugatrice, sapete che è un rischio utilizzarla. Io asciugo comunque con il programma dei sintetici… ma a mio rischio e pericolo (ho ristretto un paio di pullover di Andrea… ma lui non lo saprà mai!!!).

Tessuti e dintorni
Disegnato da Freepik
Ecco, spero di avervi dato qualche indicazione utile o detto qualcosa che magari non sapevate. E voi come vi orientate tra lavatrici e asciugatrici? Sono curiosa come sempre di leggere i vostri commenti!

4 risposte

  1. Anch’io ho avuto una brutta esperienza, mia suocera mi ha messo il asciugatrice un paio di pantaloni di popeline di cotone. Il colore non era ben fissato e il calore li ha marmorizzati… buttati dopo un solo lavaggio!Sigh

  2. Ciao! Volevo chiederti se c’è un modo per capire se un capo come un abito o una t-shirt in cotone sono fatti in maglia tubulare e quindi ai primi lavaggi diventeranno tutti storti, con le cuciture laterali che invece di stare dritte diventano oblique e impossibili da raddrizzare. È una cosa che detesto e mi manda in bestia perché rovina il capo e purtroppo mi è capitato anche con marchi molto buoni e costosi.

    1. Ciao Irene, devo informarmi meglio ma credo che dipenda dal senso in cui viene tagliato il tessuto, se è o meno tagliato lungo le fibre nel giusto verso. Se non è così infatti dopo il lavaggio il tessuto si attorciglia creando quell’effetto così fastidioso. Credo che si possa capire avendo molta esperienza in fatto di filati, per riconoscere appunto com’è stato fatto il taglio.

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