Era da un po’ che volevo scrivere questo post e Giulia mi ha dato l’occasione per farlo diventare un post del giovedì chiedendomi: “Ma se non vai da Zara e H&M (per citarne solo un paio), dove compri da vestire se vuoi spendere poco?”. Per rispondere alla sua domanda, ho voluto scrivere un post in cui vi parlo del mio primo anno in cui ho vissuto quasi totalmente senza fast fashion. Mettetevi comode… sarà un racconto lungo!
Premessa
Quando, un anno fa circa, ho scoperto le dinamiche che sottostavano al sistema moda, dopo aver visto il docufilm The true cost ed essermi informata e documentata meglio, mi sono ripromessa che non avrei più contribuito a togliere a mamme come me la possibilità di crescere i loro figli in modo dignitoso solo per poter comprare una t-shirt a €4,99. E’ stata una presa di posizione molto netta, dall’oggi al domani: se non sai, non sai, ma se sai non puoi non comportarti di conseguenza o fingere di ignorare. E’ stata una sfida con me stessa, con un’Angela che ad ogni passeggiata in un centro commerciale usciva regolarmente dall’H&M di turno con una cavolata, spesso per le mie bimbe, quasi sempre non indispensabile. Bene: nell’ultimo anno non ho più messo piede in un negozio fast fashion, a parte in pochi casi molto specifici che vi racconterò. E’ possibile, ed ho speso molto meno di quello che potete pensare. Come ho fatto? Ecco qui.
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: cambiare mentalità
La prima cosa su cui ho dovuto lavorare è stato il mio approccio agli acquisti. Non volendo più comprare nelle catene, la domanda che mi facevo sempre era: “Mi serve veramente quello che sto per comprare?”. Credetemi se vi dico che il 99% delle volte la risposta era no. In questo anno ho comprato poco per me, pochissimo… perché avevo una valanga di roba nell’armadio da usare e da godermi! L’acquisto migliore è stato un cappotto preso in un negozio di Padova, in super saldo. Un made in Italy di qualità, con un taglio che cercavo da tanto. L’unico acquisto di un capo nuovo che ho davvero desiderato fare: e non sapete come me lo sono gustato!
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: il mondo del second hand
Qui arrivo ad un punto importante: cominciando ad interessarmi alla moda sostenibile mi sono avvicinata a realtà che prima ignoravo completamente. Realtà che, se anni fa mi avessero detto che sarebbero state un’opzione per me, non ci avrei mai creduto. Una tra queste è il second hand. Non arricciate il naso: second hand non vuol dire affatto brutto, vecchio o sporco e me ne sono accorta in prima persona.
Micolet
Realtà come Micolet, ad esempio: Micolet mette in vendita interi guardaroba, spesso anche di influencers. E’ stato così che li ho conosciuti: mi hanno permesso di spedire loro il mio guardaroba (un servizio che non è ancora disponibile per il mercato italiano, ma speriamo che arrivi presto!), perchè possa essere acquistato a prezzi veramente bassissimi. E posso assicurarvi che i capi che ho dato a Micolet sono tutti in perfette condizioni: dalle ballerine di Alexander McQueen, alle francesine di Antonio Marras, alla gonna di Miu Miu che non mettevo da anni perché mi era troppo grande e non si poteva stringere. Vi lascio qui il link al mio guardaroba, che verrà presto rimpinguato con una bella selezione invernale che ho appena spedito. Capi perfetti, ma che non mi rappresentano più e che occupavano inutilmente spazio nel mio armadio adesso sono disponibili per essere indossati, finalmente, da qualcun altro!
Armadio Verde
Se siete iscritte alla newsletter vi ricorderete di loro: sono stati il mio salvavita per gli acquisti per le mie figlie. Il problema principale, infatti, dal momento che io non avevo bisogno di molto, è stato come fare per vestire Amelia, la mia bambina di 7 anni (Anita, che ha un anno e mezzo, usa il guardaroba della sorella). Armadio Verde è stato la soluzione. Ho dato via i capi troppo piccoli di Anita (ovviamente tutti perfetti e puliti, altrimenti non li vogliono) e ho ottenuto un credito in stelline che ho utilizzato per acquistare capi per Amelia con un’aggiunta di pochi euro (per pochi intendo davvero pochi: 4, 6, massimo 10€: neanche ai saldi del mercato!). Vi linko qui la mia newsletter in cui ho parlato di loro, con il dettaglio della loro attività e dei miei acquisti, così potete farvi un’idea.
Le amiche
Ho la fortuna di avere una cara amica, Sarah, che ha una figlia di un paio d’anni più vecchia di Amelia: ad ogni cambio stagione mi passa borsoni di roba che Amelia è ben lieta di ricevere. La cosa migliore in tutto questo è che sono felice di stare crescendo Amelia un po’ come si faceva quando ero piccola io: era normale ricevere (e donare) i capi smessi da membri della famiglia o amici. Adesso spesso viene considerato disdicevole o comunque una cosa che… meh! E invece no, perché realtà come Micolet o Armadio Verde o l’amica che ti passa i vestiti sono un modo come un altro per realizzare un guardaroba a costi veramente irrisori con capi come nuovi, se nn addirittura nuovi con tanto di cartellino.
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: rinnovare e aggiustare
Per mia fortuna, ho avuto la possibilità, nel tempo, di acquistare capi e accessori (le scarpe in particolare), di buona qualità e che mi sono durati nel tempo. Alcuni di loro però avrebbero potuto durare ancora di più… se messi in buone mani. E’ così che ho provato il servizio di Sciuscià, a Padova, che rimette completamente a nuovo scarpe, borse, giacche… tutto quello che avete in pelle. Hanno le mani d’oro! E se non siete di Padova, hanno un servizio di corrieri per ritirare e riconsegnarvi i vostri capi. Invece di spendere soldi per scarpe nuove, ho fatto sistemare quelle vecchie: risultato? Ho risparmiato e ho aiutato l’ambiente, oltre al fatto che mi sono tenuta scarpe e borse a cui tengo e che mi sono sempre piaciute un sacco.
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: il vintage
In molte probabilmente saranno già delle affezionate della materia. Io mi ci sono appassionata recentemente, rendendomi conto che avevo moltissimi capi vintage a casa: quelli di mia madre! Oltre a realtà che già conoscevo, come Angelo Vintage, ne ho scoperte altre e mi sono divertita a guardare mercatini e affini: un paio di occhiali, una spilla, una pochette… possono dare un tocco unico a tutto il look, perché li abbiamo solo noi.
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: e quello che proprio si deve acquistare nuovo?
In quest’anno mi sono letteralmente fatta una cultura in merito a processi di produzione, tessuti e filati e ho scoperto tantissime realtà piccole e interessanti, che lavorano bene e rispettando l’ambiente e i lavoratori. Negozi fisici o on line, in cui ci sono persone che si impegnano costantemente per trovare soluzioni sostenibili e durevoli e per proporre capi belli e di gusto. Ho acquistato meno e meglio, preferendo sempre il made in Italy. Molte di loro le trovate nella sezione sostenibilità qui sul blog o sulle mie stories in evidenza su Instagram. E’ vero, mediamente costano di più… ma io ho comprato molto molto meno, quindi posso permettermi di spendere qualcosa in più per capi belli perché so che mi dureranno nel tempo!
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: quindi, cos’ho acquistato nel fast fashion?
Credetemi, davvero poco e tutto per Amelia: il set da piscina per il corso di nuoto e le scarpette da ritmica che Amelia usa a ginnastica (entrambe cose che servivano per la scuola, prese da Decathlon), due golfini e un paio di camicette da Prénatal (non ho trovato nulla della taglia che mi serviva su Armadio Verde), un paio di sneakers per me. Per il resto basta, giuro: il resto o era second hand oppure era acquistato in negozi made in Italy.
Moda sostenibile, come vivere senza fast fashion: perché questo post?
Perché ho voluto fare la prova su me stessa per vedere se davvero il mondo del fast fashion mi aveva così profondamente condizionato, al punto da non riuscire a farne a meno. Beh, la risposta è stata no. Mi ci è voluto tempo, un bel po’ di impegno (soprattutto quando il fast fashion è l a portata di mouse… e io sono una che acquista moltissimo on line) e tanta pazienza. In tutto questo percorso ho condiviso con voi le mie scoperte ed è stato un anno stimolante e che mi ha arricchito tantissimo.
Quindi, la mia risposta è sì: è possibile fare a meno del fast fashion, è possibile acquistare in modo più ragionato, sia per noi che per i nostri figli, con il doppio vantaggio di educare la nuova generazione ad un approccio diverso alla moda: quello che avevamo noi da bambini e che con l’avvento del fast fashion è andato perso.
32 risposte
sono perfettamente d’accordo,,,a volte basta un dettaglio per cambiare il look ed è vero che abbiamo tante cose in armadio ferme che non mettiamo più,,,,,i tu
suggerimenti sono intelligenti e preziosi grazie
Grazie mille per il tuo commento, che carina! A volte si pensa che per vestire bene bisogna per forza spendere molto, invece non è così…
Avere cura dei propri capi ( lavaggio, stiratura, piegatura, ordine) e mantenerli come nuovi frena gli acquisti compulsivi ed insensati.
La fortuna di avere a disposizione una brava sarta aiuta a “svecchiare ed aggiornare” quello che hai.
Quando si è molto giovani diventa difficile xche’ si ha voglia di sperimentare, cambiare, a volte si commette l’errore di cedere all’omologazione e ci si veste con abiti che non ci donano affatto ma che mettiamo xche’ li indossano tutti.
Crescendo è più semplice: hai più consapevolezza, la personalità è ben costruita, le scelte meno influenzate dalle amicizie e le mode. Ti conosci e sai come valorizzarti. Costruire un guardaroba funzionale intorno ai trenta anni diventa una necessità. Sei più responsabile, hai delle priorità e non puoi sperperare le tue ( già esigue) risorse economiche. Così fai di necessità virtù ed impari a non sprecare, ad affezionarti a quello che hai.
Laura sfondi una porta aperta, sono d’accordo con ogni parola. Sperimentare è importantissimo, soprattutto se si è alla ricerca del proprio stile, l’importante è farlo con la testa, cercando di pensare a dove andranno poi gli abiti che non metteremo più, solo perchè ci hanno stancato.
Sì…….Ma a 20 anni è difficilissimo, ancora non sai chi sei e non hai una personalità ben strutturata. Il fast t fashion ti tenta, xche’ sei in evoluzione e cambi in continuazione…….
Poi, tutto si calma.
Hai “il tuo ruolo”, il tuo stile di vita ( lavoro, famiglia, figli, hobby e passioni).
Hai fatto le tue esperienze di vita, conosci meglio la forma del tuo corpo e le tue esigenze.
Hai raggiunto finalmente l’indipendenza economica e così sei pronta a fare “le scelte giuste”. Compri solo quello che ti piace, ti sta bene, sei sicura di portare, non ti stanca e può durare nel tempo.
Grave è barcollare ancora nell’incertezza dei venti e non aver ancora trovato quello che è “il nostro stile”
Però sai Laura, è una cosa che succede più spesso di quel che pensi, perchè magari avremmo anche un nostro stile, ma magari il corpo cambia per via di gravidanze, menopause, diete o altro, quindi si fatica a capire cosa ci valorizza e cosa meno e si torna ad andare a tentoni. Te lo dico per esperienza diretta, perchè questa è la tipologia di donna a cui faccio più spesso il mio servizio di consulenza personalizzata: donne che avrebbero anche un loro stile, ma non ci si vedono più perchè il loro corpo è cambiato…
Essendo cresciuta con una mamma sarta, non ho mai considerato il fast fashion e ho avuto quasi esclusivamente (a parte le scarpe) cose fatte su misura per me. Una bella fortuna: cose belle, di qualità e durature (e a costo quasi zero…).
Adesso la mamma non cuce più, ma il fast fashion è rimasto fuori dalle mie abitudini. Compro molto poco, perchè essendo abituata a cose di qualità quello che mi piace costa abbastanza, ma cerco sempre di comprare cose che durino nel tempo. Mi attira invece molto il vintage e il second hand e sicuramente andrò a spulciare nei siti che consigli….
Cara Claudia, è una fortuna incalcolabile la tua! Ricordo che quando ero piccola, la mamma della mia baby sitter era sarta e aveva realizzato per me e per mia sorella due abitini uguali: quanto li ho amati! Me li ricordo ancora, azzurri, con un grembiulino a fiorellini verdi e il colletto… unici! Adesso anche solo avere una nonna che sa accorciare un orlo o stringere una camicia è una cosa rara, ed è un grandissimo peccato…
Salve Angela sono quasi d’accordo con te su tutto…ma per la secon hand.. a me nn piace..ho fatto un giro su Micolet..ma assolutamente no..roba vecchia e tanto usurata e poi per noi ragazze anta…l’usato non credo sia indicato…
Anche io inizio a boicottare i grandi magazzini che poi quando acquisti in quei posti è solo l’impulso del momento …
Quindi usato no ..grandi magazzini nemmeno e cosa rimane? acquistare made in Italy certo ma sapessi che prezzi!!! ..dalle mie parti (Marche) mancano negozi di abbigliamento discreti, made in Italy a prezzi ragionevoli..sarei anche disposta a spendere un pò di più..compro meglio compre meno..ma nn si sono negozi…per gli acquisti on line ci vado cauta..vuoi mettere provarti un capo..sentirselo addosso…è tutta un’altra cosa…nel frattempo..?? Non so continuo ad essere confusa..
Grazie dei tuoi consigli…mi aiutano tanto..
Ciao Manuela, grazie per il tuo commento! Ti posso assicurare che ho acquistato su tutti i siti che vi ho proposto e che i capi mi sono arrivati tutti in perfette condizioni, altrimenti non ve li avrei mai suggeriti. L’unica “pecca” del second hand è che bisogna spulciare, guardare, perderci del tempo, on line come off line nei negozi che vendono usato. Si possono trovare delle chicche, ma bisogna avere pazienza. Molto spesso ci sono anche mercatini, qui a Padova c’è quello di Piazzola sul Brenta ogni ultima domenica del mese, specializzato nel vintage ad esempio. Non è come il second hand, ma ci vogliono comunque attenzione e pazienza. Capisco invece benissimo la tua “resistenza” verso il mondo on line, hai ragione, provare un capo è diverso rispetto ad ordinarlo on line. Ti farà felice sapere che molte aziende medio piccole che vendono capi sostenibili hanno anche una distribuzione presso punti vendita fisici, quindi basta chiedere all’azienda: ti segnaleranno il negozio più comodo a te!
Carissima ci devo provare! Qui a Torino il tempo è ancora ballerino e non ho effettuato il cambio armadio ma ho già selezionato capi da portare in un mercatino, quel che vendono me lo pagano (a poco ma meglio di niente) e quel che non vendono lo danno in beneficenza ad enti vari…e mi sta bene cosi!
Io inutile dire che ho un armadio pienozeppissimo di capi, occorre usare tutto e non comprare nulla che non serva ne sono consapevole e spero di riuscire nel mio intento! A Torino proprio in centro c’è un bel negozio Humana Vintage, è ricco di abiti usati suddivisi in categorie, alcuni capi sono anche firmati, ci ho messo piede un paio di volte, ma niente, non sono proprio capace di acquistare nulla, non so ci vorrebbe una guida anche per questo genere di cose.
I capi di mia figlia 12enne che non entrano più, da sempre, proprio da quando è nata passano a figlie di altre amiche….
Bon non mi resta che sfruttare al meglio il mio, scarpe e borse incluse …celafaroooooooooo…..intanto nel wk cascasse il mondo cambioarmadio..tanto le previsioni son pure pessime!
Grazie per i tuoi preziosi consigli…ti seguo sempre!
Mary
Cara Mary, che bel commento, grazie! Direi che sei già espertissima in materia, quindi grazie mille per aver condiviso tutto questo con noi! Conosco Humana, ma non li ho mai testati, mi riprometto di farlo però. Grazie ancora!
grazie questo suo spazio mi permette di non diventare una nonna befana
sono agee… ed anche costruita a rettangolo o triangolo rovesciato
frequentavo i negozi vintage di Torino 50 anni fa erano abiti americani io più giovane e magra ci…entravo. Il mio preferito ha chiuso quando sono diventati di moda… ci vestivo anche i figli preadolescenti…
ora solo negozi di seconda mano con misure da adolescenti,o di capi firmati portati da signore in linea…
che fare ? vorrei tanto un vecchio 501 che non trovo neanche nei negozi da giovani…. non sopporto il finto stinto e lo strappo,
mi piacevano le longuette e i pantaloni da gaucho….inizio 70
care cose per tutto ciò che desidera
s.c
Cara Silveria, che bel commento, grazie! Purtroppo la moda è cambiata tantissimo. Se con il second hand si fa fatica a trovare, e con il vintage è complicato recuperare punti vendita seri, resta sempre valida l’opzione del fatto su misura. Acquistare il tessuto e farsi fare un abito da una brava sarta non ha eguali! E non costa nemmeno le cifre esorbitanti che si possono pensare…
Cara Angela questo post riassume quello che ho iniziato a fare anche io da un po’. Anche io ho ceduto a Decathlon, kit piscina anche qui e scarpe da ginnastica per i bambini. Sneakers per me, erano anni che non ne acquistavo ma ho preso un paio di Puma che di etico non ha nulla, mi consola il fatto che le userò ad oltranza. Per me è abbastanza semplice evitare il fast fashion ma per i bambini è dura. Alla fine mi trovo sempre da ovs, che tipo i catena è? È fast fashion vero? E le scarpe. Mio figlio ha cambiato numero in 3 mesi, avevo preso le scarpe per l’inverno Timberland ad agosto, mai messe, mi è venuto da piangere ecco che per economizzare sono andata da Decathlon a prendere sneakers da 11€. Ad ogni modo cerco di acquistare il giusto, passo gli abiti dal grande al piccolo e anche le scarpe, tutto ciò che non viene distrutto irrimediabilmente.
Cara Orietta, capisco perfettamente ogni singola riga! Le scarpe sono un incubo, sono d’accordo con te. Io ho trovato la mia soluzione acquistando in fabbrica, ce n’è una qui dalle mie parti che produce anche per noti marchi da bambino e hanno lo spaccio aziendale aperto al pubblico. A volte trovo perfino per me! E comunque, adesso che ho due figlie, non dico che spendo più a cuor leggero, ma almeno posso confidare nel fatto che prima o poi la piccola rimetterà le cose che ha messo la grande. E comunque il segreto sta proprio nell’acquistare il giusto: sembra una banalità, ma è proprio la chiave di tutto!
Buonasera Angela, pure io ci stò provando …. non sempre riesco ma, giuro, mi impegnerò di più. Io porto le cose che non uso più (abbigliamento, casalinghi, piccoli elettrodomestici, tappeti e molto altro) da Mercatopoli, le lascio in conto vendita, stabilisco con loro il prezzo e se viene venduta loro si tengono il 50%, le tengono 60 giorni.in esposizione, mi sembra, tu puoi ritirarle altrimenti loro le danno in beneficenza. Altra cosa che facciamo io e le mie amiche, mettiamo ciò che non usiamo più in una borsa e la facciamo girare, ognuna si tiene ciò che le piace e il resto …. lo fà girare. Grazie per il tuo lavoro e … continua così.
Grazie Cristina, che bel commento! Conosco Mercatopoli, c’è anche à Padova, ma non ci sono mai stata. Il passarsi le cose tra amiche è ottimo, un modo ideale per diminuire gli sprechi! Siete bravissime!
Io ormai è un periodo che vado a nozze col second hand e il vintage, il bello è che online è pieno di cose usate, tra ebay, depop, etsy… Si trovano valanghe di cose bellissime a prezzi ridicoli! Per dire, ho avuto per anni una gonna nera di Gap pagata tipo 40 €, che non mi ha mai convinta del tutto perché si impigliava nelle calze, ma era l’unica gonna a ruota nera bella che avevo trovato negli anni… Nel frattempo ho incominciato a spulciare i mercatini e di recente ho beccato una bella gonna nera di lana, fatta come le facevano una volta, di qualità, per soli 20 €, e il prezzo era così ‘alto’ solo perché era firmata. E’ difficile tornare al fast fashion quando scopri che nei mercatini trovi una tale qualità a prezzi di molto inferiori a quelli già bassi del fast fashion! Alcune categorie non le prendo usate per una questione di schifiltosità mia (biancheria intima, guanti, cappelli, borse e scarpe a meno che non siano nuovissime), ma comunque da quando ho optato per il second hand/vintage spendo molto meno e la qualità del mio armadio è molto migliorata, senza contare che si trovano molti più stili differenti e si può sperimentare molto di più che con il fast fashion, che alla fine ha sempre le stesse cose.
Brava Mary, hai sollevato un punto importante: come l’evitare il fast fashion permetta di creare uno stile unico, solo nostro, perché usciamo da un sistema che crea gli stessi capi per tutti
Post perfetto. Anche io ho sto per concludere il mio primo anno senza fast fashion. È difficile ma è possibile, una rieducazione che se prima mi sembrava impossibile, gradualmente e molto naturalmente si è fatta strada nel mio modo di acquistare. Sono nata prima dell’avvento di Zara h&m e affini, ho recuperato quell’approccio. Ho guardato il mio armadio, (quello di mia madre e delle mie zie dai quali ho recuperato molti capi e accessori per me) con altri occhi. Ho scoperto come sottolinei nel tuo post che la metà (anche più della metà a essere onesti) della roba che acquistavo era assolutamente inutile. Sono più attenta e gratificata da quel poco che acquisto e reinterpretare i capi che ho ogni volta in modo diverso mi dà grande soddisfazione. Si può fare e non occorre avere molti sordi ma cambiare solo prospettiva. Questo modo di fare shopping veloce, usa e getta crea bisogni irreali. A piccoli passi si acquisisce consapevolezza e ne vale la pena. Il tuo blog e la tua pagina ig sono stati ottimi alleati e di questo ti ringrazio.
Cara Anna Paola, grazie per questo tuo commento, davvero. Mi fa piacere vedere che ci siamo ritrovate sullo stesso percorso a condividere le stesse sensazioni. È bellissimo sapere che siamo in più d’una che stiamo ricominciando a vedere la moda non più come un consumo, ma come un mido di essere e di esprimerci. Grazie di cuore!
Ciao Angela,
questo weekend è speciale per me! Ho messo in vendita su Vestiaire Collettive e su Rebelle abiti etc che non mettevo più (avevo una taglia 40…avevo),era da tanto che volevo ma la pigrizia…..
Anch’io andavo regolarmente da Zara ho trovato pantaloni molto carini e durevoli, H&M mai,ma sono troppe le volte che poi mi sono pentita degli acquisiti.
Meglio acquisti durevoli, molto on line e da diffusione tessile (outlet di max mara ,max & co etc.) mi sono trovata molto bene, certo i prezzi non sono da fast fashion,la qualità ha un prezzo, ma con pazienza,come dici tu, trovi delle chicche.
Brava Rosanna! Sono piccoli passi, ma la direzione è quella giusta. L’importante è sempre cercare di far durare quello che abbiamo nell’armadio il più possibile!
Quest’ estate ho detto Basta! al fast fashion, e sicuramente seguirti ha avuto un ruolo fondamentale nel percorso che sto portando avanti. Non ho detto basta solo per un discorso etico e di anti economicità che questa moda compulsiva porta con sé. Ho detto basta perché sono rimasta inorridita da quello che questi capi hanno fatto alla mia pelle! Perché attraverso i pori della nostra pelle passa tutto! Avrei dovuto fare le foto della dermatite che queste stoffe, a contatto col sudore, hanno scatenato intorno alle ascelle soprattutto. Arrossamenti, bruciori, puntine pruriginose… Allibita, ho fatto una strage nella armadio. E ho comprato 2 abiti di cotone biologico, che ho alternato fino alla fine della stagione. Lize’, shop on line la cui moda è etica e sostenibile, mi ha salvato la pelle e aperto gli occhi. Morale? Ho comprato solo l indispensabile, ho imparato a prendermi cura dei miei capi,e ho trovato una sarta che disfa e aggiusta quello che le porto. Declutteri g e acquisti sensati: la mia missione è appena cominciata!!!
Brava Paola! Purtroppo bisogna stare attenti veramente a tantissimi passaggi. A me ha aiutato molto Daniela di CasaGIN, che mi ha spiegato come lei realizza la sua produzione: se si vogliono fare le cose fatte per bene ci vogliono tanta passione e attenzione! E questa ha un prezzo, ma se si sa quello che c’è dietro lo si paga volentieri!
Cara Angela io sono sempre stata una vittima del fast fashion…spesso per riempire non tanto il guardaroba ma il desiderio di sentirmi soddisfatta….tante piccole coccole che alla luce dei tuoi insegnamenti ho scoperto essere delle bombe sociali. Mi è piaciuto tanto il tuo commento per il lancio del tuo videocorso, ovvero fare Shopping nel proprio guardaroba…è stata una cosa illuminante! Io tengo praticamente tutto e ciò che non tengo viene riciclato per altri (o dirette conoscenze o beneficenza) ma non avevo mai pensato che potevo riscoprire quei capi che alla fine non metto mai perchè non so come abbinare…ho sperimentato abbinamenti nuovi e ho scoperto che ho già tutto….basta reinventare con un po’ di fantasia quello che ho già!
Ciao Anna, grazie per questo tuo bel commento! Hai ragione, il punto è proprio questo: imparare a usare un po’ di più la fantasia e sforzarci di non voler sempre qualcosa di nuovo, anche se siamo bombardati dall’informazione contraria!
Angela tu in 20 giorni mi stai cambiando la vita , nel senso che è da poco davvero che ti ho scoperto però cavolo mi stai dando una grande mano su come fare acquisti….grazieeeeeeeee.
Cara Mariangela, grazie davvero, mi fa veramente tanto piacere sapere di esserti utile!
Mi rivedo nelle tue parole! Anche io dopo The True Cost e River Blue non ce l’ho fatta più… stare dentro i negozi Fast Fashion mi faceva star male. So che arrivo tardi, ma complimenti per il tuo anno senza Fast Fashion, un super risultato! io sono in modalità “low/no buy” e quest’anno ho comprato solo 3 capi di abbigliamento. L’anno prossimo miro a zero! Grazie per aver condiviso la tua storia ❤️
Ciao Michela! Sei già bravissima così… È sempre più facile una volta che si prende l’abitudine, ma all’inizio non sai da che parte girarti, vero?