Sono giorni impegnativi, quelli che stiamo vivendo. Io scrivo da Padova, uno dei primi focolai di contagio da coronavirus in Italia. Ho tante amiche in Lombardia, ne ho tante altre sparse per il mondo, in Europa ma anche negli Stati Uniti. Andrea, il mio compagno, lavora con la Cina. Mai come in questo momento tutto il mondo è diventato paese. Per questo, ho pensato di dedicare qualche riflessione al tema della sostenibilità ai tempi del coronavirus.
Premessa
Credetemi, faccio fatica a scrivere sul blog in questo periodo. Faccio fatica a mostrarmi sui social, a redigere le mie newsletter. Il mio pensiero è sempre quello che c’è chi è in prima linea per fronteggiare questa emergenza, gente che magari fa fatica ad arrivare a fine mese, ma che sta mettendo a rischio la propria vita per altri in un momento del genere. Se penso a questo, tutto il resto mi sembra superfluo. Credo però anche che potremmo cercare di prendere del buono da questa esperienza tragica, di permetterle di insegnarci qualcosa. Valori che abbiamo dato per persi, che abbiamo dato per scontati. Alcuni di questi si possono inserire comodamente anche sotto il cappello della sostenibilità.
Sostenibilità ai tempi del coronavirus: impariamo a non sprecare
La spesa è contingentata, dobbiamo uscire solo per lo stretto indispensabile, i servizi di spesa a domicilio prevedono tempi di consegna lunghissimi. Cosa ci insegna tutto questo? A non sprecare. A imparare a creare ricette anche con “scarti” che altrimenti avremmo buttato (penso ad un condimento per la pasta fatto con le barbe dei finocchi, mandorle e limone, ad esempio, trovato sul web). A guardare meglio quello che abbiamo in frigo e a tararci di conseguenza per non buttare nemmeno un vasetto di yoghurt. Vi sembra poco? Pensate se lo facessimo tutto l’anno… Noi non abbiamo idea di cosa voglia dire la guerra e molto probabilmente nemmeno di cosa voglia dire avere fame, fame davvero. Probabilmente questa esperienza, seppure limitata nel tempo, ci insegnerà un po’ di parsimonia, un po’ di attenzione e moderazione nelle spese che prima davamo per scontate.
Sostenibilità ai tempi del coronavirus: l’inquinamento
Le foto dal satellite hanno fatto il giro del mondo: la Pianura Padana, invasa di inquinamento, ha l’aria più pulita del 30%, la Cina non ne parliamo. È vero, siamo blindati in casa, non possiamo muoverci: ma forse possiamo riflettere su qualche modo alternativo di pensare a come e dove ci spostiamo e se tutti questi spostamenti sono davvero necessari (soprattutto se in macchina). In tutta onestà, sto pensando anche a come verranno smaltite le montagne di mascherine, camici, tamponi e altri strumenti usa e getta oggi indispensabili.
L’unico ragionamento che mi sento di fare è che, a fronte del così largo uso di oggetti usa e getta necessari come questi, dobbiamo cercare in futuro di limitare ancora di più quelli non necessari e di trovare della alternative riutilizzabili nella nostra vita quotidiana dove possibile. Facciamo caso per un attimo al dispiegamento di forze messe in atto per contrastare questa pandemia e il potenziale numero di vittime che potrebbe fare: e se un po’ di questo impegno lo mettessimo quotidianamente per contrastare quello che succederà al pianeta? Non ci rendiamo conto di quante vite andranno perse se non facciamo qualcosa, ciascuno nel suo piccolo? Greta Thunberg ha ragione.
Sostenibilità ai tempi del coronavirus: il nostro armadio
Alla fine, questo blog parla di moda, moda sostenibile, ma pur sempre moda. In questo momento in cui abbiamo forse del tempo in più, proviamo a fare un ragionamento sul nostro armadio: proviamo a svuotarlo, magari anticipando il cambio di stagione. Cerchiamo di trovare i capi che non mettiamo da un sacco di tempo, facciamoci venire la voglia di indossarli non appena potremo di nuovo tornare a fare una passeggiata in centro. Guardiamo quante cose abbiamo e quante poche in realtà dobbiamo comprarne. Proviamo a fare lo stesso con l’armadio dei nostri figli e insegniamo loro il valore del riuso.
Una piccola riflessione personale
In questo momento, ogni parola mi sembra che sia stata già detta e ogni concetto già espresso. Mi permetto di aggiungere solo una piccola considerazione personale, un pensiero che facevo ieri sera. Costretta a lavorare di notte, o nei weekend, quando Andrea è a casa o in ferie, di giorno mi sto godendo le mie figlie. Me le sto godendo davvero, al netto dei loro (normalissimi) litigi, e loro stanno imparando cosa vuol dire giocare insieme tra sorelle. Sto apprezzando a dismisura il poter avere un giardino, il poter avere del tempo per fare dei “lavoretti” con loro, per cucinare insieme, per decidere a che gioco giocare. Per insegnare i compiti di scuola a mia figlia. Non sono cose sensazionali. Sono cose che dovrebbero essere la normalità. E in attesa che ritorni la normalità vecchia, io mi gusto quella nuova, cercando di trarne il maggiore insegnamento possibile.
4 risposte
Grazie!!! Sei proprio una bella persona, e, ancora una volta ho questa conferma…. Sono pienamente d’accordo, chissà, forse avevamo bisogno di un avvertimento…. Mi viene da dire che questa è una tragedia, e che tutto questo avviene per come stiamo vivendo, male, veramente male…… Speriamo serva per farci capire i nostri limiti e soprattutto i limiti del nostro pianeta!!!
Buona fortuna a tutti!!!!!
Teresa cara, hai ragione… sono dell’idea che sia una buona cosa trarre insegnamento da tutto, specialmente da fatti del genere. Ti abbraccio forte, a distanza!
Cara Angela, condivido ogni tua parola e ti ringrazio sinceramente per la tua presenza e per le cose che dici. Stiamo vivendo un momento davvero difficile e tanto diverso dalle nostre abitudini: spero che tutti impareremo qualcosa e che ci ricorderemo di questi momenti quando tutto, speriamo, sarà finito.
Dopo, dovremo essere migliori di quanto eravamo prima.
Cara Claudia, lo spero davvero. È triste che debbano succedere cose del genere per farci rendere conto di quanto siamo fortunati…