Quando si parla di sostenibilità a molte mamme viene in mente una cosa sola: il futuro dei propri bambini. Alla fine se noi mamme vogliamo fare qualcosa di buono per questo pianeta, è per lasciarlo ai nostri figli migliore di come lo abbiamo ricevuto noi. Solo che, quando si parla di abbigliamento bambini, ci si scontra sempre con gli stessi dubbi: è molto costoso? E’ molto difficile trovarlo? Non necessariamente: in questo post vi spiego perché vale la pena vestire i bambini in modo sostenibile.
Premessa
L’argomento bimbi è sempre molto delicato. C’è chi ne ha uno, chi ne ha più di uno, chi vorrebbe tanto averne… quindi le logiche da applicare sono diverse e ogni mamma e papà hanno il pieno diritto di fare le proprie scelte. Sappiamo che mettere al mondo un bambino ha dei “costi vivi”, se vogliamo chiamarli così, quindi lungi da me l’idea, con questo post, di dirvi come dovete spendere il vostro denaro. Ogni famiglia ha il proprio universo e la propria realtà e non mi sognerei mai di metterci il becco. In questo post voglio solo darvi qualche consiglio e portare alla vostra attenzione cose che molto spesso diamo per scontate oppure che non consideriamo affatto, senza retorica né tentativi di convincimento di alcun tipo.
Perché è meglio vestire i bambini in modo sostenibile: non costa tanto come si crede
Partiamo dal presupposto che il vestito più sostenibile è quello che non si compra, o meglio ancora, che non si produce proprio, proprio per via dell’enorme impatto ambientale che ha la produzione dei capi di abbigliamento. Per i bambini, questo principio che ho imparato ad applicare anche agli adulti, vale ancora di più. Ragionateci: quanto spesso indossano un vestitino, un body, un paio di scarpette i bambini nel loro primo anno di vita? E quanti ne possiedono? Io ho fatto caso che la quantità di vestiti che avevano le mie figlie era inversamente proporzionale alla loro età. Quando erano neonate, tra regali e acquisti, avevano tanta di quella roba che avrebbero potuto andare avanti una vita… peccato che era tutto in taglia dagli 0 ai 9 mesi. Durata? Sei mesi al massimo. Tante cose le ho date ad Armadio Verde con il cartellino ancora attaccato.
Prestiti
Prima di acquistare capi nuovi per i vostri figli, sia che già li abbiate, sia che siate in dolce attesa, verificate se prima c’è qualcuno che ve li può prestare, soprattutto per quanto riguarda i capi che io chiamo “da combattimento”: body, pagliaccetti e tutine da mettere nei primissimi mesi, che si sporcheranno di latte e saranno costantemente in lavatrice. Sono la prima a dire che qualche cosina nuova ci sta (io per prima ho voluto che la prima tutina di entrambe le mie figlie fosse nuova: l’ho poi messa da parte in caso di nipoti!), ma fate lo sforzo di fare una lista esatta prima di uscire di casa con quello che vi serve, in modo da non partire per la tangente quando entrate nei negozi (lo so, ci sono passata: resistere alla tentazione è DURISSIMA).
Agli amici e parenti che vogliono farvi qualche regalo utile, ricordate che esistono tante altre cose che servono alla mamma e al neonato: se la mamma non allatta, il latte in polvere è sempre ben accetto, insieme ai pannolini (se non avete optato per quelli lavabili). Esistono negozi che emettono tessere regalo con cui i genitori acquistano quello che realmente serve, accessori inclusi (anche qui, verificate sempre se c’è qualcuno che vi può prestare vaschette, seggioloni, marsupi, sacchi nanna, giostrine per il lettino, paracolpi, fasce e simili: li usate per poco e ingombrano un sacco!).
Second hand
Un’altra opzione utilissima e super sostenibile che ho imparato ad apprezzare per le mie figlie. Specialmente per i capi che si indossano poco, come tute da sci, giacconi imbottiti, costumini da bagno nelle taglie primi mesi, provate a vedere cosa trovate nel second hand. A parte Armadio Verde, ci sono altre app come Subito.it o Shpock in cui si possono vendere e comprare cose di questo tipo che normalmente sono state usate pochissimo e sono quasi nuove. Prima di andare in negozio a comprare qualcosa di nuovo, fateci un giro.
Perché è meglio vestire i bambini in modo sostenibile: la qualità paga
Se avete ridotto all’osso le cose che dovete effettivamente acquistare, potete forse permettervi di spendere qualcosina di più per poche cose che sono destinate a durare, o che avete intenzione di passare da un figlio all’altro, ad esempio. Io ho ho due femmine, quindi l’intero guardaroba di Amelia passerà ad Anita. Adesso che Amelia ha 7 anni (fin dall’anno scorso, ad essere sincera, quando ho scoperto che avrei avuto un’altra femmina…), preferisco prenderle meno capi ma ben fatti, che poi indosserà la sorella, senza il rischio di cuciture che saltano, buchi perché il tessuto è liso dopo 3 lavaggi, pallini e altre amenità.
Un discorso analogo si può fare anche con l’abbigliamento bimbo/bimba: quando Amelia era piccola, le ho sempre preso scarpette unisex (quelle dei primi anni, che ha usato pochissimo perché il piede cresceva a velocità supersonica). Se avessi avuto un maschio, sarebbero andate bene lo stesso e avrei ammortizzato la spesa. Ora le sta usando Anita e sono pressoché nuove.
Perché è meglio vestire i bambini in modo sostenibile: sapete quello che mettete loro addosso
I capi realizzati in modo sostenibile ed etico non vengono colorati con coloranti tossici e altri agenti fortemente inquinanti non solo per il pianeta, ma anche per noi e figuriamoci per i nostri bimbi! Vi rimando a questo articolo di Repubblica dove potete leggere qualcosa in più. Anche vari servizi di Report ne hanno parlato… insomma, la cosa finalmente si sta mostrando all’attenzione del grande pubblico. Vi dico solo che ci sono capi importati da altri paesi che contengono nichel, piombo e altri metalli, ma in quantità enormi, soprattutto nelle stampe a rilievo che io chiamo “plasticozze”. State attenti alle fibre, cercatele sempre il più possibile naturali e preferibilmente 100% made in Italy.
Perché è meglio vestire i bambini in modo sostenibile: on line c’è un mondo di scelta
Perché fermarsi sempre ai soliti tre, quattro negozi che hanno sempre le stesse cose? On line c’è un mondo di scelta di capi confezionati in modo etico e sostenibile. Se si parte dal presupposto che si acquista meno e meglio, le possibilità sono tantissime. A questo proposito, nelle mie stories in evidenza di Instagram trovate salvati tanti brand sostenibili, alcuni dei quali sono anche in questo articolo dedicato anche all’abbigliamento sostenibile da bambino.
ATTENZIONE: sostenibile non vuol dire anche etico e viceversa. Se un capo rispetta l’ambiente, può non rispettare i lavoratori che lo hanno realizzato. Quindi fate attenzione alle certificazioni! La GOTS è l’unica (a quello che so) che attesta che un capo sia stato realizzato in modo sia etico che sostenibile.
7 risposte
Bell’articolo. Concordo pienamente, io ho utilizzato moltissimo i vestiti passati da una cugina per mio figlio maggiore. Il mio secondo figlio è maschio e beneficia ancora di quei capi, hanno almeno 15 anni ormai e sono in ottimo stato, e sai perché? Perché sono tutti made in Italy, in fibre naturali e non sanno cosa sia una catena di fast fashion. Insomma la differenza si nota tutta! Adesso sto cominciando a valutare nuovi acquisti di marchi etici e sostenibili, per tutta la famiglia, e vorrei valutare Armadio Verde. Quello che hai detto a proposito del quantitativo di abitini per neonati che arriviamo ad avere è verissimo, mi sono trovata nella stessa situazione, riflettere prima di acquistare e fare scelte più oculate credo sia un’ottima prospettiva.
Grazie mille Orietta. Il punto è proprio questo: siamo molto più inclini ad acquisti compulsivi piuttosto che ragionati. Il vero cambiamento parte da qui.
Ciao carissima! Sono mamma di quattro bimbi: due maschi e due femmine tra i 9 anni e i 3 e i consigli che hai dato sono gli stessi che darei io con la mia esperienza personale.. ti abbraccio! Vai forte! Avanti così!
Grazie mille Chiara! Con 4 bimbi sei una super mamma, un mito!
Concetto meraviglioso, poi ti scontri con la realtà: una meravigliosa tutina con tutti i crismi costa una trentina di euro. Una mostruosità.
In realtà è sufficiente comperare e usare con criterio anche quello che si acquista da HM & co.: unisex per poterlo riutilizzare con facilità, niente stampe così non si rovina con i lavaggi, puro cotone. Lavare a 40 grado e niente asciugatrice.
Garantisco che il tessuto non “si buca” per l’uso. Almeno, non finché i bambini non ci gattonano sopra tutta la giornata (e non è che il pantalone etico e sostenibile avrebbe resistito di più).
Ciao Monica, ti posso assicurare che body fast fashion trattati bene, senza asciugatrice e lavati addirittura a 30gradi si sono bucati. Piuttosto, se si vuole spendere poco, meglio il second hand: lì si trovano anche capi di marca che costano cifre bassissime, oltre a tanti fast fashion anche nuovo. In questo modo si evita di immettere capi nuovi nell’ambiente e di contribuire a foraggiare aziende con politiche poco etiche 😉
Non metto in dubbio la tua esperienza, ma la mia è opposta: body, tutine & co. molto economici, sbattuti in lavatrice a 60 gradi a giorni alterni e usati per due figli, sono ancora quasi tutti integri. Certo, scoloriti e sformati per i tanti maltrattamenti, ma zero buchi. Probabilmente la differenza la fa il detersivo: avendo io usato pannolini lavabili non utilizzavo detersivi con determinati enzimi, che logorano la trama dei tessuti e li deteriorano in fretta.
Di contro, giusto per farti un esempio, ho acquistato parecchi copripiumini di una nota marca, 100% cotone e made in Italy, pagati davvero tanto….E in un anno di lavaggi sempre a ciclo 40 gradi delicato sono saltate tutte le cuciture del fondo e tutti i bottoni; ma la cosa più grave è che si sono ristretti tantissimo e ora il piumino dentro non ci sta più. Ripeto, parliamo di prodotti di marca e pagati molto, che avrebbero dovuto essere di ottima qualità e durare una vita.
Il secondo hand anche io l’ho utilizzato parecchio, e con soddisfazione…Purtroppo anche qui negli anni il settore è peggiorato: dove mi servivo io, negli anni i prezzi sono aumentati parecchio e la selezione è scomparsa: ho trovato capi macchiati, stampe rovinatissime, piumini svuotati a prezzi alti. Anche la correttezza iniziale verso il cliente è scomparsa: oggetti portati in conto vendita che non mi hanno rimborsato né restituito, in quanto non ritirati nei termini e “mi spiace, sono andati in beneficenza”….Peccato che li avessero ancora in magazzino, pronti per essere rimessi in vendita l’anno successivo (a mia insaputa).
La mia impressione è che le fregature stanno dietro l’angolo in ogni settore, purtroppo.