Vestiti vecchi, magari di valore, di cui non sappiamo che fare e che però riempiono gli armadi: ecco qualche idea per il riuso e riciclo di abiti usati, insieme a qualche riflessione per voi.
Premessa
Avevo in mente di scrivere questo articolo da un po’, ma la spinta me l’hanno data due di voi, che, in modo del tutto indipendente e inconsapevole, mi hanno dato due spunti utilissimi da cui partire. Una mi ha chiesto, in una mail commovente, cosa poter fare dei vestiti della sua mamma, venuta a mancare.
Ecco cosa mi scrive:
Come tutte le donne della sua generazione (la mamma n.d.r.) ha tenuto TUTTI gli abiti, biancheria ecc di una vita. Dopo aver selezionato, distribuito in beneficienza ciò che era adatto, regalato ad amici ecc. mi trovo comunque con un armadio di 5 metri pieno zeppo di abbigliamento, pellicce, scarpe e borse, tessuti, gomitoli di lana ecc. molti firmati, di ottima fattura, in perfetto stato.
Poiché ho amiche nella stessa situazione, con una spiccata coscienza ecologica, che non hanno trovato strade che non siano Vinted e simili (troppi capi e poco in target) o negozi second hand (disponibili a prendere 4-5 capi migliori e non il resto) mi chiedevo se tu potessi fare un approfondimento su questo tema indicandoci servizi, luoghi che possano dare una seconda vita a questi capi da signora. Non si tratta di “guadagnare” grandi cifre, di venderli in blocco, ma di sapere che la loro vita continua. Così come una eredità di chi abbiamo amato e non c’è più.
La chiusa di questa mail mi ha toccato molto. In effetti è vero: ci sono capi che si portano dietro la storia delle persone che li hanno indossati, la storia di una vita… e sarebbe bello sapere che la loro vita continua, che vengono messi in mani che possono amarli ancora. A questa mail si è aggiunta quella di un’altra di voi che mi ha segnalato un interessantissimo articolo di Repubblica dedicato al progetto Moda Povera, di Olivier Saillard. In questa intervista, l’eminente storico della moda parla di quello che ha realizzato a seguito della scomparsa della madre e della necessità di trovare una nuova vita a tutti i suoi vestiti.
Mi ha colpito un passaggio in particolare:
“A nessuno interessa il rapporto personale che ciascuno ha con i propri abiti. La moda è un Luna Park in cui tutto è nuovo e scintillante, ma guai a soffermarsi sulle storie che ci legano a ciò che indossiamo.”
L’ho trovato molto triste… e molto molto vero. Da quando abbiamo smesso di affezionarci alle cose? Da quando tutto quello che ci circonda è analogo, una cosa vale l’altra? Io non sono stata cresciuta così e non voglio crescere così le mie figlie. Non voglio che siano schiave degli oggetti, ma desidero che riconoscano il loro valore, la loro storia. Leggetevi tutto l’articolo di Repubblica perché merita. Non so se con questo post riuscirò ad esaurire completamente la vostra curiosità, ma, vista la mia vicinanza al mondo della moda sostenibile e visto quanto cerco di trasmettervi sempre la cura e l’attenzione per quello che scegliete di indossare, ho pensato che fosse comunque utile come spunto di riflessione.
Riuso e riciclo di abiti usati: recupero delle fibre
Se gli abiti in questione sono in fibre di buona qualità, potete recuperarla. Ci sono varie opzioni: potete inviarla a realtà come Rifò, di Prato, che recupera denim, lana e cachemire per rigenerarli. Penso ad esempio ai gomitoli citati nella mail: potrebbero essere usati per realizzare capi nuovi con materiale recuperato. In questo mio post trovate tutte le realtà che conosco per il riciclo degli abiti usati.
Riuso e riciclo di abiti usati: swapping
I capi di una volta erano realizzati in modo completamente diverso da quello di oggi: c’era una cura maggiore nella scelta dei tessuti, nelle finiture, nei dettagli. I capi erano fatti per durare… e infatti durano ancora oggi, da qui l’esplosione del vintage. Spesso con piccole modifiche sartoriali possono diventare capi estremamente attuali, ma con il vantaggio di essere di qualità notevolmente maggiore dei loro analoghi contemporanei. Per questo, un’altra idea potrebbe essere quella di organizzare periodicamente degli swapping party in cui scambiare gli abiti con amiche o conoscenti, magari coinvolgendo anche la sarta o la magliaia del quartiere, che potrebbero individuare subito una possibile destinazione d’uso ai singoli pezzi.
Riuso e riciclo di abiti usati: upcycling
Esistono delle scuole di moda in cui i vecchi capi vengono presi e reiterpretati, un po’ quello che ha fatto Saillard con il suo Moda Povera. Ad esempio, Atotus, realtà di Trento attiva nel recupero e nel riciclo di abiti usati, collabora con la scuola di Design di Trento per progetti di upcycling proprio con abiti usati per dare loro una seconda vita.
Riuso e riciclo di abiti usati: donare ad enti specifici
Se i capi sono magari firmati o rappresentano in qualche modo la storia della moda, possono essere molto interessanti per realtà del settore che raccolgono questi capi come pezzi storici. Mi vengono in mente i musei della calzatura, ad esempio, oppure gioiellerie che vendono pezzi d’epoca per i bijoux.
12 risposte
Io personalmente se posso regalo i capi che non utilizzo più, altrimenti li vendo si Vinted (come mi avevi consigliato tu) …
Mi sembra che ciò che io ho indossato volentieri per anni possa fare felice altre persone spendendo pochissimo! Un abbraccione
Luisella
Un abbraccio forte a te Luisella cara!
Abiti di mia madre e mio marito li ho portati in Chiesa: una volta/settimana li distribuiscono ai poveri, idem le scarpe e biancheria nuova. Per le mie cose golf, camicie, camicette, anche pantaloni di lana (fatti a pezzi), comprese giacche e cappotti non più usati, li porto all’Enpa e al canile municipale x le cucce. Stessa cosa x vecchi gomitoli lana: diventano copertine!
Grazie mille Federica, utilissimi suggerimenti!
Personalmente ho recuperato abiti di mia Mamma mancata a luglio 2021 e per le mie capacità alcune cose le ho adattate al mio fisico, altre per ora sono nell mio aemadio in attesa delle modifiche di adattamento a me. Indossare i capi di mia Mamma è come se mi abbracciasse e non solo abiti , oggetti di uso quotidiano sono un legame affettivo molto forte con Lei.
Le stoffe ed i tagli di un cappotto giacche completi che usò anche in viaggio di nozze sono originali, e splendidi-
Le mie origini contadine la fanno da padrone nella mia vita, riutilizzare riprogettando l’uso non solo di ogni cosa, non a casagccio ma con progetti razionali per un utilizzo oculato, senza per questo eccedere nel tenere cosa non serve.
Abbiamo due ante d’armadio a testa io e mio marito, nella parte inferiore è collocata una cassettiera con 7 cassetti in cui sono riposti i capi senza dover fare cambi di stagione
cassetto inverno ,primavera,camicette, intimo,ecc appese giacce cappotti ecc
Ordine e razionalità, ma anche tanto amore verso ricordi che mi regalano tanto.
Sono stata prolissa.ma avrei mille emozioni e racconti sul riuso. una mia camicetta diventò cuscino poi abito per bambola e quello che era tessuto consumato, stracci e per ultimo raccattapolvere prima di cestinarlo.
buona serata
Marina Vercellio
Cara Marina, grazie per averci regalato uno spaccato così toccante della tua vita. Ti abbraccio con affetto
Bellissima riflessione che mi tocca da vicino. Quando è mancata la mia mamma, che viveva da un paio d’anni in una residenza per anziani, ho lasciato lì il vestiario in uso perché fosse utilizzato da ospiti che ne avevamo bisogno. Da casa ho recuperato alcuni capi per affetto e ricordo: cappotti, giacche e molti capi del suo corredo ancora nuovi. Altri li ho donati ad una associazione che li distribuisce a bisognosi (anche coperte, lenzuola e asciugamani). Ho cercato di fare del mio meglio. Sono anche riuscita a riciclare un numero smisurato di Barbie originali delle mie figlie ormai adulte: fanno parte di un “museo” gestito da una signora che le raccoglie e rimette a nuovo. Cerco sempre di non portare tutto indistintamente all’ecocentro. Da quando ti conosco sono ancora più attenta alle problematiche ambientali. Grazie per i preziosi spunti.
Grazie a te Stefania per averci raccontato la tua esperienza. Ne faccio tesoro. Un abbraccio
Cara Angela, volevo segnalare che a Mestre-Venezia esiste da anni un “centro del riciclo” gestito da una parrocchia locale, dove si raccolgono abiti (ed anche mobili) di seconda mano che vengono esposti in un grande spazio per la vendita a prezzi super modici (si parla di 1-2-5-10 Euro). Il ricavato viene dato nuovamente in beneficenza alle mense dei poveri della zona.
Negli ultimi mesi il negozio è frequentato non solo da famiglie e persone bisognose ma anche da molti ragazzi che vengono a cercare capi storici come le giacche anni ’80 o i jeans larghi.
Il nome è Centro Papa Francesco (in zona Terraglio).
Da molti anni faccio “la commessa volontaria” un pomeriggio alla settimana e mi diverto molto, oltre ad aver integrato il mio armadio con molti capi vintage fantastici e di ottima qualità.
Grazie Silva, utilissima informazione!
Grazie di questi spunti molto interessanti.
Sono una delle volontarie dell’associazione http://www.reusewithlove.org
Re-Use with Love è stata creata come un’organizzazione senza scopo di lucro, da un gruppo di amiche che ha deciso di fare della loro abitudine allo scambio di capi come qualcosa che potesse aiutare chi fosse meno fortunato.
All’inizio l’attività era finalizzata alla vendita di capi donati, ma a causa della grande quantità di donazioni che stavamo ricevendo, abbiamo avviato il progetto “ReUse for Good”, la creazione di una Boutique Solidale a Bologna dove vengono distribuiti gratuitamente capi di abbigliamento e scarpe alle persone bisognose segnalate dai servizi sociali, ospedali, enti, istituzioni del territorio. Dall’abbigliamento per neonati e bambini, a capi per adolescenti e adulti, legati alla stagione in corso: cappotti pesanti, sciarpe e guanti durante la stagione invernale e abiti e pantaloncini per la bella stagione, oltre a scarpe, libri e piccoli oggetti utili per le famiglie bisognose.
Il recupero e il riuso consapevole, i due concetti chiave di Re-Use with Love, hanno determinato la creazione dei Mercatini Vintage Solidali con un duplice obiettivo: il riutilizzo ed il recupero consapevole da un lato e la beneficenza dall’altro.
Un lavoro fatto con amore, una lunga raccolta, verifica e scelta di abiti, giocattoli, accessori e libri usati da bambini (0-14 anni) e abbigliamento vintage da donna e da uomo.
Nel 2014 nasce il marchio registrato RE-USE WITH LOVE e i primi prodotti artigianali realizzati dal Lab di Re-Use With Love, il laboratorio sartoriale che realizza prodotti speciali con materiali di recupero e così ad ogni Mercatino Solidale viene proposta anche la nuova collezione del Laboratorio Creativo con i suoi meravigliosi pezzi unici e speciali.
Tutto il ricavato dei Mercatini viene interamente devoluto ad associazioni no profit per la realizzazione di progetti benefici.
Dal 2010 abbiamo supportato oltre 70 progetti https://www.reusewithlove.org/obbiettivi-raggiunti/
Se siete a Bologna vi aspettiamo!
Grazie Alessandra per esservi fatti conoscere anche qui!