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Perché l’armocromia non può accontentare tutti: ecco i suoi limiti

Siamo sicuri che l’armocromia sia la scienza esatta che risolve ogni problema? Ecco perché non sempre funziona e quali sono i suoi limiti.

Perché l'armocromia non funziona

Premessa

Sono certa che con questo post aizzerò le seguaci convinte del metodo armocromatico, che siano colleghe o potenziali clienti, ma, dopo lunga riflessione, ho deciso che era giunto il momento di dirvi la mia sull’armocromia, questa disciplina che ha preso piede in modo importante negli ultimi anni e che vede sempre più donne convinte che sia davvero fondamentale per potersi vestire con gusto. In questo post vi spiegherò il mio personale punto di vista, che non ha nella maniera più assoluta lo scopo di screditare né tanto meno di criticare il lavoro di altre colleghe che la utilizzano, ma semplicemente di spiegarvi perché, secondo me, una palette cromatica non è la panacea che risolve ogni male in termini di stile e look.

Ci tengo a scrivere questo post perché sempre più spesso vengo contattata da ragazze che hanno fatto un’analisi del colore, di certo accuratissima e con consulenti esperte, ma che le ha lasciate insoddisfatte, o meglio, che, dopo un primo periodo di entusiasmo, ha confuso loro le idee ancora di più. Perché succede questo? Perché l’armocromia è una disciplina che ha dei limiti. Alcuni sono più semplici, altri invece vanno a toccare alcune corde più profonde. Vediamoli insieme.

Perché l’armocromia non sempre funziona: il senso del colore è soggettivo

Certo, esistono i colori caldi e freddi. Ma il colore, ragazze, è una cosa viva: è il fondamento dell’arte, è dinamico, espressivo ed estremamente soggettivo. Pensate a questo: lo stesso colore messo di fianco ad un colore più caldo sembrerà più freddo. Viceversa, di fianco ad un colore più freddo sembrerà più caldo. Lo sembrerà ai nostri occhi, capite? Non lo sarà in modo universale. Lo spiega benissimo Riccardo Falcinelli nel suo bellissimo libro “Cromorama“, che consiglio a a tutte di leggere se volete approfondire l’argomento colore. Ha davvero senso quindi scervellarsi sulla temperatura di una determinata sfumatura?

Perché l'armocromia non funziona
Fonte Pinterest

I colori cambiano nei nostri occhi ma anche sui tessuti

La resa dello stesso identico colore su diversi tessuti sarà completamente diversa: pensate al raso di seta, lucido e brillante, o al velluto, o ancora al lino, grezzo e opaco. Lo stesso identico bagno di colore sarà completamente diverso! Per non parlare dei filati in fibre miste, soprattutto se sintetiche, che riflettono la luce in modo diverso a seconda che sia luce naturale o artificiale: non avete mai acquistato un capo credendolo di un colore e poi, una volta a casa, vi siete accorte che era di una tonalità diversa?

Perché l'armocromia non funziona
Fonte Pinterest

Perché l’armocromia non sempre funziona: lo stile non è una palette

Non sempre vestirsi con stile significa vestirsi in palette, anzi. Chi ha davvero gusto, lasciate che ve lo dica, delle palette colori se ne infischia. Come dicevo sopra, la moda è arte e come tale è espressione di sé: perché dobbiamo assoggettarla a delle regole? Il nostro stile potrebbe non corrispondere affatto alla nostra palette colori e io sono l’esempio pratico di questo fatto. Sono una inverno assoluto, quindi reggerei bene i colori freddi e brillanti e al contrario dovrei evitare i toni polverosi e pastello e soprattutto i toni caldi. Bene: io non amo i colori brillanti, a meno che non sia al mare, d’estate. Il mio stile è più basic, più neutro. Semplicemente non mi ci vedo. Quanto ai colori caldi (e in generale quelli che non si accordano al vostro sottotono), vi svelo un segreto (di Pulcinella): se “vi sbattono” e non sentite che vi valorizzano, vi basta metterli lontano dal viso!

Perché l'armocromia non funziona
Fonte Pinterest

Il tranello della palette

E se non mi piace la mia palette? E se quei colori non me li sento proprio? Ommmmiodddio ho qualcosa di sbagliato!

No, ragazze, non avete nulla di sbagliato, sono solo i vostri gusti: e i gusti non sempre si incastrano in una palette colori! Ho perso il conto delle ragazze che sono venute da me dicendomi: “Angela, ho fatto una consulenza di armocromia e adesso mi sembra di avere un armadio da buttare, ma non voglio farlo”. E i motivi per cui potreste non volerlo fare sono tanti: ragioni affettive che vi legano a determinati capi, ragioni economiche (“non posso permettermi di comprare tutto nuovo!”), ragioni etiche (perché buttare, inquinando, tanti capi che fino al giorno prima abbiamo amato?). Ecco il tranello della palette: farvi credere che ci sia qualcosa di sbagliato in voi perché non vi piacciono i colori che dovrebbero piacervi, se sono i vostri. Ma chi l’ha detto che sono i vostri?!

Perché l'armocromia non funziona
Fonte Pinterest

Perché l’armocromia non sempre funziona: il colore dovete sentirvelo

Non è che perché qualcuno vi dice che vi sta bene un certo colore allora necessariamente voi con quel colore vi vedete belle. Un colore bisogna sentirselo addosso e perché questo succeda, il colore deve parlare di noi, deve essere nelle nostre corde, fare parte del nostro stile. È innegabile che ci siano dei colori che ci valorizzano di più e altri di meno, ma questo lo sentiamo, molto spesso (se non nella maggior parte dei casi) anche da sole guardandoci allo specchio. Se con un certo colore non ci vediamo bene, probabilmente non si accorda con il nostro sottotono, ma non è una tragedia: si corregge il tiro con un accessorio (orecchini, collane, foulard) o con un po’ di trucco.

Perché l'armocromia non funziona
Fonte Pinterest

Per concludere

Il limite principale dell’armocromia è il non tenere conto delle preferenze soggettive e della sfera emotiva di chi indossa un determinato colore. Non basta una certa sfumatura a farci sentire bene con noi stesse: al contrario, potrebbe farci sentire a disagio, anche se in palette. Non fermatevi alle analisi del colore. Sono divertenti, ma rischiano di essere fine a se stesse. Attenzione: non sto dicendo che l’armocromia sia inutile, anzi: è molto utile come punto di partenza, per darvi una linea guida entro cui muovervi, soprattutto se siete alle prime armi e non avete dimestichezza con colori e tessuti… ma in questo mondo le sfumature sono infinite!

Il lavoro di una consulente non deve fermarsi a dirvi quali colori mettervi addosso, ma deve andare oltre: ha a che fare con il vostro stile, con quello che volete rappresentare non solo ai vostri occhi, ma anche a quelli di chi vi sta intorno, nel contesto personale e professionale. L’analisi del colore è un tassello (e pure piccolo, a mio parere) di un’esperienza molto più ampia: quella che vi consente di vedervi esattamente come siete, ma al massimo delle vostre potenzialità. Voi, belle proprio perché siete uniche!

Perché l'armocromia non funziona
Ph. Matteo Danesin
Cosa ne pensate? Avete mai fatto un’analisi del colore? Vi interessa l’armocromia?

14 risposte

  1. Ciao a me piacciono abbastanza i colori della mia palette da inverno medio anche se adoro i rosa pastello e i beige che trovo molto fini ma faccio davvero fatica a metterli vicino al vino perché mi sbattono tantissimo… quindi alla fine ho un armadio molto scuro con tanto nero soprattutto in.inverno ma su di me lo trovo troppo pesante… vorrei mettere più blu ma in inverno non ė semplice…

    1. Ciao Alessandra, se vuoi portare i colori non in palette vicino al viso, correggi il tiro o truccandoti un po’ oppure mettendo un accessorio in palette (orecchini, un foulard, una collana)!

  2. Sante parole cara Angela!
    Ancora una volta dimostri la tua sensibilità intelligente (o intelligenza sensibile, se preferisci)
    Non solo la scelta dei colori è soggettiva ma cambia anche nelle diverse fasi della vita…Personalmente, senza averne subito chiara consapevolezza, ho usato colori diversi quando ero castana naturale da giovane, cambiando un po’ da “sciura bionda mesciata” fino ai 50
    (moltissimo nero e…limitrofi) e ho cambiato ancora con il mio pepe e sale sempre più grigio
    (bello e brillante mi dicono!)
    che ho adesso ad oltre 60… con qualche chiletto in più.
    Le foto ( e i capi “datati”, oltre alla memoria che, per fortuna, c’è!) parlano molto chiaro.
    Sono quindi assolutamente d’accordo con te: niente diktat! Abiti, tessuti, fogge e colori bisogna “sentirseli” bene addosso… Anche se c’è
    sempre qualcosa da imparare sul “dress code” ascoltando i consigli delle esperte brave come te!
    Ciao e grazie!

  3. Ciao Angela! Concordo pienamente con te…anche secondo il mio parere i colori bisogna “sentirseli”…e non soltanto perchè stanno più o meno bene …ma soprattutto ne va dello stato d’animo del momento.. della “stagione” nella quale stiamo vivendo!
    In ogni caso i tuoi consigli per me sono sempre molto preziosi e li tengo in grande considerazione!
    Grazie

  4. Ciao Angela, assolutamente azzeccato! Con l’età (ben 47😊) ho imparato ad essere più sicura, probabilmente ho acquisito più fiducia e maturità, perciò mi ritrovo in ciò che dici! Sono bionda e con carnagione chiara, il nero a detta di tutti mi valorizza …. Ma che tristestezza ! Perciò vado anche di beige ….che mi “sbatte” un po’ ma ogni tanto lo voglio!
    PS: ho appena scoperto il tuo blog … Mi piace tantissimo. Complimenti!

  5. Cara Angela, sono d’accordissimo con te. L’armocromia sarà anche utile, magari come partenza, ma io l’ho sempre vista come una complicazione….Non ho ben capito in che stagione sarei, e non mi interessa molto. L’importante è vestire in modo da sentirsi belle e a proprio agio, rappresentate e valorizzate dai nostri abiti. Il colore, secondo me, è uno degli aspetti delle scelte che si fanno in base al proprio gusto, non definitivo e sempre in divenire.

    ps. vedo con piacere risolto il problema che ti avevo segnalato 😉

  6. Io non ci capisco niente di armocromia. Ho una amica che mi è cara più di una corolla che fa consulenze anche basandosi su quello, e mi ha presentato la mia “palette” (se mi ricorso sono “inverno assoluto”, possibile?) mi ha colpito perchè ho sempre prediletto i toni del verde e del blu, e in inverno il nero, e in realtà la maggior parte dei colori della mia “palette” sono quelli che istintivamente scelgo (non ho maglioni o camicie rosa chiaro, per dirne una, ma ne ho diversi di varie tonalità di malva e fucsia, e onestamente lo vedo quando un colore mi sbatte da morire, anche perchè sono spesso pallidissima e ci vuol poco. Da ragazza il grigio mi piaceva da morire, ma oggi mi sbatte sul serio.) Ad una super svendita avevo preso un vestitino fucsia di cotone, di quelli che in estate ti infili all ultimo momento prima di uscire, e l’avevo pagato una cifra ridicola, ma ero un po dubbiosa, in realtà è una delle cose che mi sta meglio in assoluto. Detto ciò adoro il color senape, in una tonalità un po calda, anche vicino al viso e quello con la mia palette non ha nulla a che vedere. Anche io penso che l’armocromia sia una base, però una base divertente, su cui uno può giocare molto, certo non per rimanere imprigionati la dentro =)

    1. Ciao Anna, hai capito esattamente il senso del mio post! Finché la si usa come indicazione di massima, come riferimento, va benissimo! L’importante è non trattarla come un dogma, come una gabbia in cui restare imprigionati, a discapito del nostro stile personale.

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