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Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere

Qualche giorno fa ho pubblicato delle stories su Instagram chiedendo se fosse chiara la differenza tra moda etica e moda sostenibile. La risposta è stata inequivocabile: no! Ho pensato quindi di approfondire l’argomento: ecco le parole da conoscere quando si parla di moda sostenibile.

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere

Premessa

Per fortuna questo è un blog e non un libro cartaceo, perché altrimenti bisognerebbe ristampare tutto ad intervalli regolari! Intendo dire che il mondo della moda sostenibile è in continuo cambiamento, quindi mi riprometto di aggiornare questo post ogni volta che dovessi avere delle novità in proposito.

Moda sostenibile, ecco le parole da conoscere: le differenze base

Moda sostenibile

La moda sostenibile è quella che cerca di impattare il meno possibile sull’ambiente, non solo in fase di design e produzione, ma anche di smaltimento dei capi. Un’azienda può definirsi sostenibile anche fisicamente, se ad esempio nello stabilimento dove opera o negli uffici utilizza energia rinnovabili e sistemi antispreco dell’acqua. I materiali utilizzati quindi sono rigenerati, riciclati o prodotti con sistemi a basso impatto ambientale (in termini di consumo di risorse idriche o di impiego di pesticidi o fertilizzanti chimici, di energia utilizzata e di rilascio di sostanze dannose). Importante: un vero capo sostenibile viene disegnato per durare nel tempo, proprio per ritardare al massimo il conferimento in discarica. 

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere
Fonte Pinterest da wheretoget.it

E adesso attenzione: la moda sostenibile potrebbe non essere etica, o non completamente sostenibile (vedi sotto alla voce greenwashing). Esempio pratico: puoi anche usare materie prime sostenibili, ma se a confezionare i capi sono donne sottopagate che lavorano ai limiti della schiavitù, è evidente che c’è un problema di base. Inoltre, se le collezioni proposte sono più di 4 all’anno, si presuppone che il ciclo di vita dei capi sia molto breve, quindi che l’obiettivo sia quello di far sì che il consumatore si stanchi presto (o che il capo non duri nel tempo perché confezionato senza attenzione ai dettagli) e che lo dia via o lo getti via. Mandandolo a finire in una discarica. Traete voi le vostre conclusioni.

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere
Fonte Pinterest da rimmba.com

Moda etica

La moda etica è quella che presta attenzione ai lavoratori che confezionano i prodotti e, per traslato, anche ai materiali con cui vengono confezionati. Per capirsi: non tutta la lana è etica (vedere alla voce mulesing) e non tutta la seta non è etica (perdonate la doppia negazione). Esiste infatti la seta buretta, che si produce lavorando il filo dopo che la farfalla è uscita dal bozzolo. Il filo è più corto, quindi il tessuto è diverso dalla seta tradizionale, meno lucido, ma altrettanto morbido e nessun essere vivente è stato ucciso (vegani siete contenti?).

Anche qui, attenzione: la moda etica potrebbe non essere sostenibile per via dei materiali impiegati, ad esempio nel caso di aziende che producono in Italia, ma acquistano in Cina (o simili) tessuti che non si sa come vengano filati e tinti, tanto per dirne una.

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere
Fonte Pinterest da byrebechij.com

Moda circolare

La moda circolare è quella che recupera i filati di capi che verrebbero altrimenti gettati e li trasforma in capi nuovi, come ad esempio quello che fa Rifò con la lana e il denim rigenerato, rilavorando le fibre tessili, rifilandole e realizzando capi nuovi.

Moda sostenibile, ecco le parole da conoscere: la produzione dei capi

Mulesing

Pratica becera adottata principalmente in Australia, che consiste nel rimuovere uno strato di pelle dalla zona perianale delle pecore, per evitare che vi si formino delle larve di mosca. Pratica attuata senza anestesia e senza cure antibiotiche. Da brividi. Accertatevi quindi che la lana che acquistate sia mulesing free. 

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere
Fonte Pinterest da MUMS HANDMADE

Certificazioni

Ci vorrebbe un post dedicato. Cerco di essere sintetica: le più note sono la Oeko-Tex, che certifica che non siano stati usati pesticidi e simili nelle coltivazioni delle piante (non solo di cotone) per almeno tre anni e la GOTS, che certifica anche che i filati e poi i tessuti siano stati realizzati in modo etico.

Cotone organico e bio

Ho trovato un post veramente interessante su questo argomento su Salviamoci la pelle, in cui si dice che cotone organico non è altro che l’italianizzazione di organic cotton, che in inglese sta ad indicare il cotone bio. Il cotone organico deve essere certificato GOTS o Oeko-Tex. Non accontentatevi di un cartellino in cartoncino riciclato o di una fogliolina verde.  

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere
Fonte Pinterest da tierdropp.tumblr.com

Pelle vegana

La pelle vegana può essere un tessuto innovativo e sostenibile derivato da rilavorazioni di materiali di scarto, come le foglie dell’ananas per il Pinatex, oppure l’Apple skin dalle foglie di mela o la Wine Leather dalla vinaccia. Occhio perché per pelle vegana si può intendere anche poliestere, per produrre il quale non è stato ucciso nessun animale, ma che capite bene che di sostenibile ha poco, a meno che non sia riciclato. Vi lascio qui un mio post di approfondimento sulla pelle.

Moda sostenibile, ecco le parole da conoscere: altre parole utili

Greenwashing

Pratica molto comune, tristemente, in cui in sostanza la comunicazione aziendale punta a mostrare i lati virtuosi del proprio operato per spostare l’attenzione da quello che di male combina. Per vostra informazione, siamo letteralmente bombardati dal greenwashing. Vi invito a leggere qui come riconoscerlo.

Moda sostenibile: ecco le parole da conoscere
Fonte Pinterest da modedamour.tumblr.com
Ecco qui qualche parola che spero possa esservi utile per districarvi in questa corsa ad ostacoli che è la moda sostenibile. Se avete altri termini che volete che io includa, segnalatemeli qui sotto! Grazie mille come sempre per i vostri commenti!

 

6 risposte

  1. Carissima a prescindere che ovviamente li vorresti tutti e due, ma se dovessi scegliere quando compri un capo come lo vorresti: etico o sostenibile?
    Un bacio Ire

    1. Domanda da un milione di dollari… direi etico. Esempio pratico: ho da poco acquistato un paio di jeans, che volevo da almeno un anno e non riuscivo a trovare come piacevano a me. Alla fine li ho acquistati in un negozio di Padova, che so che produce tutto in Italia e che anche i tessuti all’origine vengono acquistati in Italia. Da dove provenga il filato però non lo so, nel senso che non è certificato. Credo che come in tutte le cose serva equilibrio… non so se mi sono spiegata.

  2. Cara Angela, ti ho scoperta un mese fa e, grazie a te, ho già imparato tanto in poco tempo! Ho fatto i miei primi acquisti consapevoli e felici presso casaGIN e wijld. Vorrei chiederti un’informazione in tema di sostenibilità e approfitto di questo spazio. Esistono aziende produttrici di biancheria sostenibile per la casa? Penso in particolare ai letti e… alle numerose ore trascorse a contatto con tessuti che potrebbero far male alla salute (sono mamma di quattro bambini). Ti ringrazio per l’alta qualità del tuo lavoro.

    1. Ciao Roberta, grazie mille per il tuo commento, come sei gentile! allora, l’unico brand che mi viene in mente nello specifico è Eticlò, che ha realizzato una collaborazione con Natura Sì per cui fabbricava i tessili bagno e letto, se non ricordo male, etici e sostenibili. Prova a guardare!

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